Cell: larecensionedel film diretto daTod Williams, in uscita nelle nostre sale mercoledì13 luglio, grazie aNotorious Pictures.
Il film è un adattamento cinematografico del celebre romanzo diStephen Kingdel 2006 ed è interpretato daJohn Cusack,Samuel L. Jackson eIsabelle Fuhrman.

Oltre alla critica dei cellulari che rendono automi senza cervello e alle poco interessanti analisi sociali, il vero problema di Cell – film diTod Williamstratto dal libro diStephen King– è il senso.
O, per dirla in modo migliore: perché?
Perché questa pellicola?
Tralasciando ilfinale alternativo(senza un senso logico) dato al film rispetto al romanzo, quello che risalta agli occhi è una sorta di scopiazzatura dagli zombie movie e dalla serieThe Walking Dead.
Senza un’idea di base originale, con uno sviluppo preso pari pari dallo show dellaAMC, il film è una versione del genere zombie nell’era digitale.

Celldovrebbe parlare dell’annichilimento dell’individuo a favore della collettività, ma quel che rimane è unsurvivor movie post apocalitticoin cui tutto è in mano al caso e senza una reale motivazione per la “salvezza” del protagonista dall’”impulso” che rende tutti gli altri zombie. Già, perché per esserezombizzatibasta rispondere allo smartphone: se si osa mettere il cellulare vicino alle orecchie, inizia una trasformazione inmorti viventi senza coscienza, in animali rabbiosi e assetati di sangue.
John Cusack, Samuel L. JacksoneIsabelle Furhmaninterpretano tre superstiti che scappano da Boston, alla ricerca della famiglia del fumettista Clay Riddell (Cusack) verso il New Hampshire.
Durante il loro viaggio si imbatteranno in orde omicide di persone rabbiose impazzite e in altri superstiti (proprio come il peregrinare diRick GrimesinThe Walking Dead).
A ogni passo dovranno difendersi dalle persone colpite dall’impulso che continuano a diventare sempre più numerose con una velocità di adattamento preoccupante.
Fino a che Clay non metterà a rischio tutto per salvare suo figlio. Senza dare una spiegazione convincente.

Tralasciando il cast (Cusack e Jackson sono quasi sempre una garanzia) il vero problema del film è proprio lasceneggiatura, curata dallo stesso King.
E, dopo22.11.63, dopoUnder the Domee il remake deLo sguardo di Satana – Carrienon resta che dar ragione allo stesso maestro dell’horror quando afferma di non essere un esperto sceneggiatore.

Uscito dalla sala mi è tornato alla mente il dialogo traStephen Kinge il suo editore nella puntata deiGriffin:“Una coppietta viene aggredita da….un mostro lampada”.“Non ci provi neanche più, vero Stephen”?
Sembra proprio di no.

CELL – IL TRAILER ITALIANO

Marco Visco