Tratto dal libro di Philip K. DickLa Svastica sul solee prodotto daAmazon,The Man in the High Castleè stato presentato oggi alRoma Fiction Fest. Le luci si sono spente, le immagini hanno cominciato a scorrere, e la paura di trovarmi di fronte ad un obbrobrio televisivo comeThe Whispers, anzi, il vero e proprio terrore di vedere prendere forma sullo schermo la morte della narrazione prodotta dai dialoghi campati in aria si è, per fortuna, immediatamente dissipata.

Stiamo parlando di un prodotto per laTvche, per i tempi, il visivo e, soprattutto, per i dialoghi non ha niente da invidiare alle serie di maggior successo uscite negli ultimi anni: House of Cards, Game of Thrones, sembrano avere trovato un concorrente agguerrito e pronto a conquistare quella fetta di pubblico che ama ildrama, la politica e l’action, il tutto però, in un mondo alternativo creatosi, se la serie rispetterà il libro, dalla riuscita dell’attentato aRoosevelt.

Ambientato nel 1962, in un universo parallelo dove le forze dell’asse hanno vinto la seconda guerra mondiale The Man in the High Castle si propone, fin dalla puntata pilota, con una tensione ed una cura di particolari che avvolgono lo spettatore in questa ucronia di un passato recente che molti delle giovani generazioni, me incluso, non hanno vissuto se non tramite i racconti dei nonni o bisnonni. Un’america divisa traNazistie Impero del Sol Levante in un mondo doveHitler, ancora in vita è, paradossalmente, l’ultimo baluardo della pacifica convivenza tra il Terzo Reich e il Giappone. Una visione del passato che Dick aveva immaginato nel 1962 e che, solo a cinquantanni più tardi riesce ad avere una sua rappresentazione visiva che promette molto bene sin da subito e che potrebbe far rifletteremolti sedicentinazisti d’oggi.

THE MAN IN THE HIGH CASTLE 1X01 – L’OPENING

Edoardo Montanari