Wonder Woman: la recensione del film diPatty Jenkinsal cinema dal 1 giugno 2017. Nel castGal Godot, Chris Pine, Connie Nielsen, Danny Huston, David Thewlis, Elena Anaya, Ewen Bremner, Nicole Kidman, Robin Wright.

L’avevamo lasciata elegantissima in abito nero e capelli raccolti all’indietro, nel finale del controversoBatman v Superman: Dawn of JusticediZack Snyder,mentre si ricongiungeva al malinconico Bruce Wayne diBen Affleckche, durante il funerale di Superman, le proponeva di formare una squadra di super buoni in difesa della Terra. Stiamo parlando di Diana Prince, questo il nome umano della principessa delle Amazzoni interpretata dalla celestialeGal Gadot, cresciuta su un’isola paradisiaca nascosta al mondo intero e destinata a diventare l’iconica Wonder Woman, personaggio di punta della DC Comics nato nel 1941 dalla mente del fumettistaWilliam Moulton Marston.

Questo film è dedicato alle origini dell’eroina, ennesimo tassello di un grande puzzle che ci farà conoscere l’universo cinematografico dei componenti della Justice League e che sarà seguito dai film stand-alone su Batman (Ben Affleck), Flash (Ezra Miller), Aquaman (Jason Momoa) e Cyborg (Ray Fisher).
La registaPatty Jenkinsci trasporta con un grande flashback ai giorni in cui la piccola Diana, unica figlia della protettiva regina Hippolyta (Connie Nielsen), comincia ad interessarsi all’arte della guerra e a desiderare di allenarsi al fianco delle Amazzoni di Themyscira per diventare una guerriera invincibile come la zia Antiope (Robin Wright).

Disobbedendo agli ordini della madre, la giovane verrà educata al combattimento con la spada e scoprirà di possedere un potere non comune tra le donne dell’isola. La tranquillità del mondo di Diana verrà però spazzata via il giorno in cui l’aeroplano del Capitano Steve Trevor (Chris Pine), pilota americano deciso a sconfiggere l’esercito tedesco, precipiterà nelle acque di Themyscira. Salvato da Diana, la metterà al corrente dei piani di sterminio della psicopatica dottoressa Maru (Elena Anaya) e del maniacale Generale Ludendorff (Danny Huston) e la convincerà a scendere al fianco dei buoni per porre, così, fine alla Prima Guerra Mondiale.

In questo 2017 che ha sfornato cinecomics comeLogan – The WolverineeGuardiani della Galassia Vol.2c’era da aspettarsi davvero di meglio da una pellicola importante comeWonder Woman, sotto tutti i punti di vista. Tolta la fotografia caratterizzata dagli stessi toni gravi diBatman v Superman: Dawn of Justice, i richiami al film di Snyder si esauriscono al solo personaggio della Gadot: scomparse del tutto leatmosfere dark, i guizzi di regia e una vaga idea di sceneggiatura ben scritta, tutto si riduce a siparietti più o meno divertenti tra individui, le cui motivazioni sono incomprensibilmente banalizzate, e abattaglie sbiaditeche hanno ben poco dell’epica che accompagna il background della protagonista.

Seppur parta in quarta e riesca a catturare l’attenzione dello spettatore nei primi venti minuti ambientati sull’isola (una versione fantasy della Costiera Amalfitana), il film dellaJenkinsscivola presto nel televisivo spinto con inquadrature statiche ed effetti speciali posticci e presenta il conto al pubblico con un combattimento finale degno della migliore puntata deiPower Rangers. Perché, se il Generale Lundendorff e la dottoressa Maru con le loro azioni sconclusionate provocano il riso involontario nello spettatore là dove dovrebbero invece inquietarlo (un vero peccato, perché Danny Huston la faccia da cattivone ce l’ha davvero), a farlo contorcere dalle risate è il mostro finale che ha il volto di David Thewlis(il Remus Lupin della saga diHarry Potter). Una scelta di casting così insensata non si vedeva dai tempi del Gengis Khan diJohn Wayne.

A salvare la situazione sono la simpatia diChris Pine, perfetto nel ruolo del militare guascone e capace di rubare la scena a tutti, protagonista compresa, e la bellezza dellaGadot, davvero una dea tra i comuni mortali, la cui perfezione, però, a tratti distoglie l’attenzione del pubblico (sia maschile che femminile).
Un lungo episodio diXena – Principessa guerrieraambientato nelle trincee della Grande Guerra, dunque, che segna un punto di rottura col percorso cinematografico fin qui intrapreso dalla DC Comics in favore di atmosfere più ridanciane e adatte ai più piccoli.
Un’occasione sprecata.

WONDER WOMAN – TRAILER ITALIANO

Gabriele Di Grazia