Train to Busan: la recensione del film diYeon Sang-HoconGong Yoo, Jung Yu-Mi, Ma Dong-Seok, Kim Su-An Choi Woo-Sik, An SO-Hee, Kim Eui-Sung. Il film è stato presentato nella Sezione Ufficiale dell’Undicesima Edizione della Festa del Cinema di Roma.

Elettrizzante. Lo zombie movie coreano diretto da Yeon Sang-Ho ha il tonfo sordo di una collisione alla massima velocità. Un film che si guadagna il primo posto nel genere horror di quest’anno. I suoi primi quaranta minuti tessono una suspense geniale dove l’autorialità del regista genera uno dei terreni meglio preparati per scatenare il caos. Una regia personalissima in un film di genere è uno dei regali più eccitanti che il cinema possa fare, specialmente quando questa ha il sapore di qualcosa di veramente nuovo.

Certo, non mancano esplosioni ed effetti speciali, ma sono veramente dosati. Il film racconta di Seok-Wu, un manager finanziario separato dalla moglie. Sua figlia Su-an, sentendosi trascurata, chiede come regalo di compleanno di essere accompagnata dalla madre a Busan. Durante il viaggio, i passeggeri scoprono dalla tv che qualcosa di strano sta accedendo in tutte le città della Corea: nelle strade la gente si pesta a morte di continuo. Nel frattempo, sul treno che conduce a Busan, è salita una ragazza che riporta delle ferite strane sul corpo, crolla dalle convulsioni e si contorce. Sembra essere stata morsa da un animale non meglio identificato e ben presto il treno diventerà teatro di un inferno sconcertante.

All’inizio scopriamo un padre troppo occupato a succhiare il sangue ai suoi clienti per notare che nella città sta fermentando l’apocalisse. Mentre molti dei suoi difetti si possano immaginare, scopriamo che la frustrazione del suo recente divorzio si riversa sui suoi dipendenti e che non dedica affatto tempo a figlia Su-an (Kim Su-an, che porta in scena una performance da bambina ferocemente credibile).
Tutto questo inizia a cambiare quando il padre decide di portare la figlia a Busan per incontrare la madre. Prendono un treno presto la mattina, ignari dell’immagine minacciosa che si sta realizzando nella periferia.

Yeon presenta in modo brillante i personaggi che supportano i protagonisti, con la grazie e l’astuzia di un giocatore di scacchi pronto a sferrare un attacco. La sequenza si apre con Seok-Wu e sua figlia che attraversano i vari vagoni del treno, imbattendosi nei passeggeri, così noi spettatori scopriamo una squadra di baseball dove c’è una ragazza innamorata di uno di loro, una donna incinta, il suo spiritoso marito, una donna con la sorella e un giovane addetto ai treni e un signore in abito elegante.
Tutto scorre perfettamente e ogni nuova informazione arriva con il giusto tempo. La suspense cresce lenta ma con forza, intensificandosi sempre di più. E poi boom: la fantascienza si intromette con la realtà. Essere seduti su un treno una mattina e ispezionare come sono i volti che faranno il viaggio con noi è una cosa che capita ogni giorno e a chiunque. Il film è ambientato in una situazione reale quotidiana dando la possibilità a ogni spettatore di immedesimarsi nei personaggi e di calarsi nella storia.
Inoltre insegna che l’eguaglianza è la chiave per la sopravvivenza.

Riuscitissimo.

TRAIN TO BUSAN – TRAILER

Anna Pennella