Interstellar: larecensionedel film diretto daChristopher Nolan. L’attesissimo sci-fi, in uscita nelle nostre sale il6 novembre, vede nel castMatthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Casey Affleck, Bill Irwin, Ellen Burstyn, Michael Caine.

In un futuro prossimoCooperè un ex-aviatore costretto a lavorare come agricoltore perché la Terra sta esaurendo le proprie risorse e non produce più il cibo necessario a sfamare l’umanità. LaNASAdecide quindi di organizzare una spedizione interstellare alla ricerca di altri pianeti dove poter trasferire l’esistenza degli esseri umani…

INTERSTELLAR – LA TRAMA

Tra i film più attesi del 2014, esce finalmente nelle sale ilnuovo ambiziosissimo progettocinematografico diChristopher Nolan, che con “Interstellar” si avvicina per la prima volta in carriera al genere fantascientifico. Anzi, fa di più. Va oltre.
Com’era abbastanza prevedibile, considerando la filmografia del regista londinese,Nolanconferma con questo film la sua enorme abilità nel sapersi spingere verso estremità ancora poco note al cinema, non discostandosi mai, tuttavia, dalla sua impronta minimal e classica.
Interstellar” va oltre a tutto questo. Non è un semplice film di genere, anzi, abbraccia varie profondità di narrazione senza far trasparire la benché minima insicurezza.
La Terra che viene mostrata nel film, creata magistralmente dallo scenografoNathan Crowley, è arida e desolante, come le tristi piantagioni di grano che rappresentano ormai l’unica fonte di vita, ahimé esauribile, per la popolazione; ispirandosi a fatti realmente accaduti, Nolan immagina unmondo sfiancato, come un pugile allo stremo ormai messo all’angolo da una plurisecolare malgestione da parte dell’uomo e da lunghe e perenni tempeste di sabbia che investono paesi e città con la forza e il cinismo della natura e di una piaga biblica.
In questo contesto vive Cooper (Matthew McConaughey), un ex pilota che si adatta a lavorare nei campi come agricoltore, perché questa è la mansione che serve alimentare in tal periodo storico, insieme ai suoi due giovani figli Tom e Murph.
Soprattutto nella piccola egli si rivede, nella sua innata passione per la scienza e l’esplorazione, due campi occlusi dalla necessità umana di sopravvivere e salvare il proprio pianeta con quello che si ha.
“Un tempo alzavamo lo sguardo al cielo chiedendoci quale fosse il nostro posto nella galassia, ora lo abbassiamo preoccupati e intrappolati nel fango e nella polvere”.
Queste parole rivelano il nostro protagonista.Cooperè come un leone in gabbia, vorrebbe andare là fuori, cercare e scoprire dove può nascondersi la salvezza dell’umanità. E l’occasione arriva propizia, quasi inaspettata, grazie anche alla curiosità diMurph.

Ecco che l’uomo viene messo a capo di una spedizione, ricollocato in quel ruolo a cui egli ha sempre ambito.
La NASA gli affida il comando diuna missione interstellare. Attraverso un wormhole, ovvero un portale interdimensionale, Cooper guiderà la ricerca di un pianeta sul quale il mondo potrà finalmente ricominciare. Si, ma a quale prezzo?
L’abbandono dei figli, il rischio dell’impresa e soprattutto l’incognita dell’orizzonte e di cosa ci si possa aspettare guardando oltre. Perché la Terra è il nostro nido e forse verrà il giorno che non andrà salvata ma semplicemente sostituita con un nido diverso.
Interstellar“, grazie anche alla consulenza del geniale fisico teoricoKip Thorne, ci immerge totalmente in un viaggio in un’altra dimensione con estrema credibilità, attraverso lacura dei dettaglipropria del regista, attento soprattutto nel riuscire a stupire il pubblico con unviaggio fantascientifico assolutamente realisticoe pertinente.
Fedele all’utilizzo della tecnologiaIMAX, Christopher Nolan anche in questo film rimane ancorato con ammirevole coraggio al concetto secondo cui ilcinema digitalee ilCGIvadano ridotti al minimo e il green-screen, se possibile, completamente abolito. Dimostra quanto sia ancora plausibile realizzare unkolossal di grande spessorecon un uso semplicemente diverso della tecnologia più classica. Uno sforzo incredibile ha permesso di costruire ambientazioni future ma non futuristiche, capaci di catturare l’attenzione dello spettatore come sanno fare pochissimi film realizzati quasi interamente al computer. Ha raggiunto l’immensità e l’oscurità dello spazio con proiezioni e simulazioni diluci solari, ha costruito navicelle in scala filmandole contecniche di ripresa complicatema che hanno reso egregiamente, così come il taglioclaustrofobico e angoscianteche lo contraddistinguono da sempre si è tradotto un portentoso e geniale lavoro sul silenzio e sull’assenza di suono nella vastità intergalattica.
Vestito con tute spaziali che si rifanno, nel taglio, a unfuturo che guarda al passato, il meraviglioso cast sa trasmettere la giusta intensità, sia nei protagonisti maschili, daMcConaugheyaMichael Caine, che in quelli femminili, dallaHathawayaJessica Chastain, senza dimenticare la grandiosaEllen Burstyn, protagonista soprattutto tra i filmati di repertorio che ricordano il famoso episodio del Dust Bowl.
Se in tutto questo aggiungiamo la straordinaria capacità di collocare unsenso di umanitàcome base dell’esistenza galattica e l’amore come“l’unica cosa che trascende il tempo e lo spazio”, si può ben capire fin dove sia riuscita a spingersi anche questa volta, la mente diChristopher Nolan.
Proprio questo rapporto con il tempo che passa e si esaurisce, che inquieta più della morte stessa è il fulcro della lotta che egli, attraverso i personaggi del film, vuole comunicarci. Quanto la nostra esistenza dipenda dai rapporti interpersonali, dalla voglia di vivere l’affetto e l’amore per la propria famiglia e per chi ci sta accanto e quanto questo ci spinga nel corso della vita ed alimenti il nostro spirito di sopravvivenza. Nolan sfida laforza di gravitàe l’infinito dello spazio tempo, ci stimola, come solo pochi cineasti, a porci dei quesiti osservandoli da punti di vista differenti da quelli a cui ci siamo piegati finora.
E tutto questosenza rinunciare a farci sognareguidando il nostro sguardo verso orizzonti affascinanti, pericolosi e ancora inesplorati come solo i grandi film di fantascienza sanno fare. Perché al pari di grandi capolavori come “Blade Runner” e “2001: Odissea nello spazio“, la riflessione di“Interstellar”trascende l’immaginazione e ci porta verso riflessioni più ampie.

Anchequesto è grande cinema.

INTERSTELLAR – TRAILER

Davide Sica