A Proposito di Altered Carbon 1X01 – Le Catene della Colpa

Attenzione! Recensione semiseria e con qualche spoiler.

Considerazioni sulla serie: una serie per gli amanti della fotografia dark-futurista alla Blade Runner, dell’investigativo e del noir all’amatriciana. Il tutto sviluppato in un universo dove il corpo, nel senso fisico, non è altro che una “casa” dove ospitare l’amore, la rabbia e le perversioni della propria mente.

Altered Carbon è una serie che si presenta con una sigla futurista e dark, e ambientata in un universo distopico, ma neanche troppo a guardare la realtà odierna, in cui grazie alla scoperta di un nuovo materiale alieno è stata inventata una pila di memoria; in sintesi un hard disk dove le persone possono registrare la propria personalità e i propri ricordi.
Questo rende l’essere umano praticamente immortale nel caso della morte del proprio corpo, perché la memoria può essere innestata in un altro essere clonato, o preso in prestito, e continuare a “vivere”.
L’unico limite sono i soldi necessari a comprare la custodia e un motto sarcastico potrebbe essere: siamo tutti cover di noi stessi.

ALTERED CARBON 1×01- LA TRAMA

Dopo una sigla futurista e dark, ci viene presentato il personaggio principale: Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman) un asiatico polacco. In realtà, appena lo vediamo, non è ancora interpretato da Kinnaman, ma da Will Yun Lee. Fortunatamente per questa recensione il problema si risolve pochi secondi dopo nel visivo e 254 anni dopo come tempo narrativo quando lo vediamo essere risvegliato nel corpo di un biondo, muscoloso, castano, pieno di cicatrici.
Ora, però, sente la necessità di fumare e ci spiega che evidentemente il corpo che gli hanno dato è di un fumatore. Sempre meglio del corpo di una sessant’enne inoltrata che capita a una bambina di sei anni.
Ma lasciamo stare.

In ogni caso Kovacs è uno Spedi, un soldato estremamente forte, adattabile ad ogni situazione, con riflessi velocizzati: insomma una macchina da guerra. Un Rambo del futuro ma senza scomodare i T3000.
Un personaggio very very terrorist.

Inoltre, per chi venisse dall’universo della Bibbia e dove Trump è presidente degli Stati Uniti, spieghiamo velocemente chi sono i Matusalemme: sono persone talmente piene di soldi e di potere da potersi permettere tante cover diverse, nelle più disparate dimensioni e colori, e che possono permettersi anche un backup di ripristino nel caso la propria pila venisse distrutta.
Insomma degli immortali o quasi. Alla faccia della classifica annuale di Forbes.

Altro personaggio principale è una poliziotta di nome Kristin Ortega (Martha Higareda) che ha indagato sullo stesso caso per cui verrà assunto Kovacs: il suicidio di un Mat tale Laurens Bancroft (James Brian Mark Purefoy).
Ortega è convinta che sia stato un suicidio, mentre Mr Mat non lo è ed ingaggia Kovacs per fare nuove indagini. Appena scoperta la verità, Kovacs riceverà 50 milioni di dollari, la grazia per i suoi reati precedenti, e uno stipendio di tutto rispetto.
Tutto chiaro fin qui? Bene
.

Ora il nostro caro Bancroft, ha incarnato Kovacs nel corpo dell’ex partner (non solo lavorativo) di Ortega.
Prendete nota: mai far arrabbiare un ricco immortale perché è vendicativo.

La narrazione procede tra qualche flashback e qualche allucinazione, una paio di cambi di rotta e una sequenza da Paura e Delirio a Las Vegas.
Kovacs prima accetta, poi decide di abbandonare il caso per farsi ibernare di nuovo.
Mentre la moglie Miriam Bancroft (Kristin Lehman) si mangia con gli occhi Kovacs e si comporta da milf in un palazzo che supera l’altezza delle nuvole.
Come vi sareste comportati al posto di Kovacs? Semplice: prendete alloggio in un albergo chiamato il Corvo, gestito da un essere che si chiama Poe ed è una intelligenza artificiale.
Notate qualche riferimento ad Edgar Allan Poe ed alle sue opere? Avete sbagliato universo.

Ad un primo approccio, il concept ricorda Diazepam di Giampaolo Squarcina. Un libro degli anni ’90, auto prodotto – io lo scaricai ai tempi del Web 1.0 – e pubblicato nel 2001, e limitatamente all’idea dell’hard disk dove si registra la personalità.
Abbiate pazienza, sono vecchio, ai tempi le memorie a stato solido erano solo un’utopia.

Ma l’idea di base, ovvero la possibilità di trapiantare la propria mente in corpi diversi, pur non essendo originale, ha il merito di restare in disparte e di diventare parte della trama che è formata da investigazione, umanità e colpi di scena che si susseguono.
Per ora, cioè per la prima puntata: spari, tanta ciccia (nel senso di corpi nudi e palestrati), sesso e flirt.

Niente ragionamenti etici sull’opportunità di usare le così dette “custodie” da parte dei protagonisti, se non per la voce di alcuni manifestanti Neo Cattolici che sostengono che il solo “reincarnarsi” sia la strada per l’inferno.
C’è da aspettarsi che la fede, però, avrà un valore di primo piano nelle puntate future.

ALTERED CARBON – L’OPENING

Edoardo Montanari

This website uses cookies.